AGRICOLTURA E AMBIENTE, UNA SOLA CENTRALITA'

di Pasquale Di Lena


L’agricoltura è da tempo che invoca i cambiamenti e la verità è che ha perso favolose opportunità per la logica dell’assistenzialismo, lenta naturale premessa dell’abbandono.


Bisogna fare uscire il mondo contadino da questa logica che impera imperterrita, ancora oggi, e che è servita a bloccare le straordinarie potenzialità di questo mondo soprattutto per ciò che riguarda i suoi valori, quelli che il consumismo ha ridotto a poca cosa con la crescita dell’urbanizzazione.


Bisogna riportare l’agricoltura al suo ruolo naturale che la pone, oggi più che mai, al centro dell’economia come perno intorno al quale far ruotare tutte le novità che aspettano di essere attivate e ciò, soprattutto per far capire a chi parla di crescita che essa è possibile solo se viene affermata questa centralità.


Una centralità che, da una parte spiega la modernità di questo settore economico di fronte ai bisogni veri, primo fra tutto il cibo, la sua disponibilità; dall’altra fa capire che bisogna ripartire da ciò che abbiamo, sapendo che solo quello che abbiamo ha il senso di base, cioè piattaforma sulla quale è possibile programmare e progettare il futuro.


C’è bisogno di cogliere tutte le opportunità e di trasformare i risultati in puntuali risposte da dare al mercato, al consumatore, alla società.


Sta qui la cura e l’amore per la ruralità; la necessità e l’urgenza di dar vita a un forte associazionismo, libero, non controllato dall’alto, ma nelle sole mani dei produttori; lo sviluppo della multifunzionalità e l’utilizzo delle occasioni che essa mette a disposizione; l’impegno a produrre qualità e tipicità per rendere i prodotti testimoni sempre più credibili di questo o quel territorio; la determinazione che serve per difendere, tutelare e promuovere il territorio, ponendo, oggi più di ieri, l’attenzione che meritano sia l’ambiente che il paesaggio.


In questo modo la centralità dell’agricoltura acquista maggior significato e più forza facendo propria l’altra centralità, di più recente acquisizione, che è la questione ecologica, l’ambiente.


Si vanno a moltiplicare le energie e, insieme, le ragioni per imporre la discontinuità e l’inizio di un nuovo percorso, o, se volete, di un nuovo Rinascimento nel Molise e in Italia.


Sta in questa nuova centralità, agricoltura-ambiente, sicuramente più complessa ma anche più efficace, l’attualità delle due questioni, la loro modernità, la loro capacità di entrare prontamente nei processi promossi dall’era della conoscenza, che hanno forte bisogno di progettualità e di partecipazione, di tempo e di spazio, di regole rispettose della natura e non distruttive come le attuali, capaci di arricchire il pianeta e non di impoverirlo, com’è successo in questo lungo periodo che ha portato al consumismo ed allo spreco.

pasqualedilena@gmail.com

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