Le donne lo distruggeranno:

di Mila Spicola


Migliaia di firme, testimonianze, indignazioni, il tappeto sterminato delle foto cambiate sui profili di facebook, la ritrovata voglia di alzare la testa. A onor del vero va riconosciuto a Ruby e al premier che erano anni che non si sollevava un simile dibattito sulla dignità delle donne. Segno che la misura è colma? Mi sono inorgoglita per tutte le testimonianze, per le prese di posizione e le dichiarazioni ben argomentate di tante donne. Una rivoluzione rosa.

Però... non tutto torna. Cosa voglio dire? Mi pare che in queste settimane si sia sentito un gran trambusto di pentole, di stoviglie, e meno male, visto il silenzio decennale e imbarazzante delle donne sulle donne, ma nulla di nuovo dal fronte occidentale: quello dei maschi.

Il problema è sempre quello ( oggi come qualche anno fa, quando venni crocifissa per le mie parole che, visti gli sviluppi, si sono rivelate profetiche): che in Italia un bel fondoschiena val più di due lauree e che il problema non sono le donne (che allora erano mute) e nemmeno più di tanto Berlusconi, ma gli uomini. Le donne oggi parlano. Ma il silenzio degli uomini sugli uomini non è preoccupante?

Quanti uomini dichiarano che il comportamento del premier ha offeso la loro dignità? Che loro sono diversi? Il sospetto è che un loro appello si esaurirebbe in pochissime firme.

Incrociamo alcuni dati, apparentemente distanti ,come fa la finanza per scovare gli evasori. Dati significativi e drammatici che riportano la discussione dal rosa e dall’indignazione, al nero e alla preoccupazione.. Al di là delle discriminazioni di genere in ogni campo, l’Italia è uno dei primi paesi al mondo per consumo di pornografia e per traffico della prostituzione. Circa il 60% delle prostitute sono ormai straniere, segno che la domanda (più che l’offerta) è enorme e crescente. Non so fino a che punto valga l’assunto “ciascuno è libero di far quel che vuole” perché questi dati rasentano più che il costume la patologia. Esiste una patologia sessuale nella testa della maggior parte degli uomini italiani? Il sospetto non è peregrino.E la diagnosi viene dagli osservatori esteri.

Quando gli amici stranieri ci chiedono “ come potete tollerare tale premier?” lo sanno che l’Italia si è trasformata silenziosamente in una grande casa di tolleranza? O continuiamo a millantarla come “capacità amatoria”? Dignità offesa? Ma stai scherzando? Io sono maschio.

L’orgoglio del pene ormai fa pena e ha l’immagine impietosa del fondoschiena flaccido del premier dato in pasto alla pubblica gogna come vendetta di mille altri fondoschiena, persino di quelli su cui siedono le splendide signorine di cui si è circondato. Doveva accadere prima o poi, dico io. Che gli eccessi del nostro Tiberio comincassero a mangiarselo vivo.

Ma, più in generale, cosa rimane della dignità e dell’integrità della “persona” in Italia?

Il 13 febbraio, giorno previsto per ”la mobilitazione delle donne” ,dovrebbe essere piuttosto “la mobilitazione degli uomini e delle donne che la difendono quell’integrità”.O si apre un baratro se li interroghiamo al riguardo? In cosa consiste oggi la religione laica dei rapporti tra uomo e donna del nostro popolo?

Quali norme morali, come anche dell'umana reciproca pari considerazione, ci siamo lasciati alle spalle tacciandole sbrigativamente come moraliste? E chi dovrebbe trasmetterle?

La scuola come ascensore sociale e come luogo formativo è stata distrutta e con essa la meritocrazia, la famiglia pure, il senso dello Stato e del dovere anche (triplicati i reati contro la pubblica amministrazione), annullata ogni responsabilità personale (perchè qualcuno a cui dar la colpa lo si trova sempre), la solidarietà sociale..tutto distrutto. E l’impegno comune in prima persona? Persino a sinistra si va avanti per “leader”, a cui delegare tutte le nostre mancate responsabilità in tal senso e i nostri valori...Figurarsi a destra.

La verità è che il contegno del premier è condannabile nella misura in cui riusciamo a far fronte comune contro un comportamento senza norma che è ormai collettivo e che nella mercificazione dei corpi ha solo il suo aspetto visibile.

Non solo B, ma la maggioranza delle donne e degli uomini agiscono contro se stessi e la propria dignità nel sottovalutare taluni mutamenti del comune senso della vergogna perché sottende l’assenza di altre norme, più importanti e onnicomprensive. Le donne lo stanno riconoscendo. Gli uomini?

Un collega spagnolo mi ha scritto “più che un paese di puttane siete un paese di papponi e puttanieri”. A quanti uomini italiani questa definizione fa indignare veramente come ha fatto indignare me? Quanti , in fondo, si inorgogliscono? Quanti? Quanti sono? Quanta, dell’indignazione contro Berlusconi , non è strumentalizzazione politica? Perché mi pare che i comportamenti sessuali da “addicted” (ebbene sì, altrove è una malattia , quando supera certi limiti, e non un vanto) siano diffusissimi in ambienti di potere e non e trapassano ogni schieramento politico. E’ solo il “reato”, nel caso del premier , a farci indignare? O piuttosto il reato e l’assenza di un’ adeguata e condivisa reazione ad esso si sviluppano in un contesto e in costume sociale completamente mutati negli anni?

Pesano di più i propri privilegi di classe, o di ceto, o di religione, o di ragion economica (quelli che berlusconi promette di mantenere) della propria dignità e di quella che si vuol dare alla propria nazione? Quale nazione?

In una realtà che ha quei numeri riportati sopra non sono più calate dal cielo certe tragedie: la prima causa di morte in Italia per le donne è la violenza. Non ditemi esagerata. Non ditemi: cosa c’entra. Ricordiamoci dei finanzieri per favore: mettiamo in relazione i dati. Quelle morti non nascono da follie individuali, ma da un comportamento sociale CONDIVISO riguardo al tema del rispetto verso la donna: esattamente QUESTO comportamento sociale che vede la persona , la donna in particolare, risolversi nella sua apparenza fisica. Tanto da convincerne le donne stesse: perchè non hanno via di scampo. Tanto da poter affermare che non esiste tragedia peggiore per una donna dell'essere brutta. E le battute su Rosy Bindi si moltiplicano e fanno ridere gente di destra come di sinistra.

"Che male c'è, suvvia, su tutto si può ridere". L'Olocausto nacqua da una battuta. E lo stiamo vivendo l'Olocausto delle donne in Italia. I numeri delle morti recano il segno di una carneficina. Sempre sottaciuta.

Segno dell’assenza totale di una elementare educazione sentimentale e sessuale che metta al primo piano l'essere, la persona e non il suo apparire, anzi il suo apparire come oggetto. Che si sovrappone a un’ overdose di stimoli sessuali, considerati normali, che arrivano da ogni parte: pubblicità, televisioni, giornali (guarda caso in maggioranza concentrate nelle mani della stessa persona che ha traghettato l’immaginario collettivo dal drive in al bunga bunga). Il segnale più allarmante è l’aumento delle violenze sessuali tra i ragazzi. Tra l’altro non riconosciute come tali da loro stessi. E’ davvero il baratro: il “che male c’è” di fronte al reato (nel caso d Ruby), di fronte alla violenza (nel caso dei ragazzi).

Da coloro che guidano il Paese “tutti attendono esemplarità, nel pubblico e nel privato.” Il problema sta nel ridefinire il concetto di comportamento esemplare e di condividerlo con tutti.

Perchè il carrozziere che evade tranquillamente le tasse (e che ovviamente ha il suo bel calendario di donne nude appeso in vista..che male c'è? Tutta grazia di Dio e ritiene il buon Presidente uno che la vita se la sa godere) ha un suo concetto di comportamento esemplare che evidentemente risulta milioni di anni luce da quello di un altro "esemplare" servitore dello Stato che paga le tasse e che come senso della vita ha uno sguardo ben più ampio, e magari non si limita a un senso solo, il vedere, ma anche agli altri quattro e magari ci aggiunge pure la testa e i pensieri e la cultura, e, a volte, udite udite, persino il cuore.

A quanti fa comodo questo stato di cose? Le donne stanno parlando, ma a quale parte degli uomini italiani fa più comodo il silenzio? Al bistrattato uomo “medio italiano” che può permettersi di dare un ceffone alla moglie e a lei di accettarlo? Ai mille che usano senza problemi ogni tipo di discriminazione senza paura e ritegno? O a chi tuona contro il comportamento becero del premier salvo poi imporre nomi di donne nelle liste bloccate, non tanto per meriti, quanto per “quote parte” correntizie …di maschio? Il caso delle liste del PD nelle politiche del 2008 è indicativo in tal senso.

Sarà in grado il PD, questo PD, di impedirlo alle prossime?

Quanti uomini in Italia, nei luoghi del potere, delle professioni, degli incarichi cruciali, di fronte a una donna competente che scalpita per entrare , hanno il coraggio o la convinzione di dirle “rimani”? Non perché figlia, moglie o amante e dunque in grado di dar continuità al proprio potere , ma una normale donna con un’ autonoma voglia di affermare il suo valore? Che armi ha quella donna oggi in Italia? Se poi è brutta..peggio mi sento. E quanti altri non dichiarano “si, ma deve essere un minimo carina perché sennò come fai a “portarla” in giro?” persino della propria moglie eventuale? “Portarla in giro”????? Mi è capitato di sentirlo dire a un insospettabile magistrato. Quanti (donne e uomini) di quelli che criticheranno quello che scrivo non sono anche loro "colpiti dal virus" senza nemmeno rendersene conto, ammantati dal pregiudizio della propria assoluzione?

E quanti altri si rendono conto che, nel loro essere diversi, non fanno testo, perchè il sistema è un altro? Il sistema si avvicina pericolosamente a quei dati e non a piccole isole felici.

Dunque non ha ceto, colore, cultura, latitudine, ma solo genere, questo disastro. Però ha un nome: si chiama arretratezza culturale e sociale questo predominio dell’apparire a scapito dell’essere che reca con se tutto il resto. Prendiamone atto per migliorare.

La prima via di guarigione è l'ammettere di essere malati.

Ad ogni modo, mi rifiuto di accettare l’assunto che se non appari non sei. Per Berlusconi poi,per molti, se non appari bella non esisti. Anzi, sei da vituperare, da discriminare, da escludere, da eliminare. Solo per lui?

La bruttezza è diventato l’ ultimo tabù morale in una società fondamentalmente amorale.

Sono riflessioni amare che abbiamo fatto più volte noi donne. Gli uomini mai. Le abbiamo messe tutte in fila prima di svegliarci adesso all’improvviso sommamente indignati? Uomini. Quanti siete?

Ho chiesto a un amico: se una donna di potere ti offrisse 10 mila euro per un rapporto sessuale e poi ti offrisse una carica politica importante tu ci staresti? Ci troveresti qualcosa di male? Risposta: “E me lo chiedi? Ma persino se fossi gay”. Esiste il maschile di zoccola?

Le parole sono importanti, gli aggettivi sono importanti. Mi sa che lessico e sintassi del popolo italiano abbiano bisogno di essere riscritti, come anche l’etica comune. Sarebbe la vera rivoluzione. Un proverbio dice: ogni uomo è ciò che mangia e il clima in cui vive. La rivoluzione forse si sta facendo in cucina, la stanno facendo le donne, ma poi la devono mangiare tutti, fuori, alla luce del sole.



Dalla Buy alla Bongiorno tutte mobilitate
"Il caso Ruby devasta la nostra dignità"

Costa: stupita dalle colleghe pdl. Izzo: appello anche gli uomini. Tra le adesioni Susanna Camusso, Gae Aulenti, Laura Morante, Claudia Mori, Rosetta Loy. Tra i promotori delle proteste donne di diversa età e orientamento, e associazioni
di ANNA BANDETTINI
Cristina Comencini
ROMA - Reclamano quello che in un paese normale, dicono, sarebbe ovvio, assodato, naturale: la dignità delle donne. "Il modello di relazione tra donne e uomini ostentato da una delle massime cariche dello Stato (...) - hanno scritto in un appello - legittima comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni. Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale. Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando?". Il 13 febbraio: le donne italiane si stanno mobilitando per organizzare quel giorno manifestazioni in tutte le città italiane. Donne celebri e donne qualunque, associazioni, "Di Nuovo" 1 il gruppo romano che ha lanciato l'appello e, tra i primi firmatari, "Usciamo dal silenzio" 2 che ha organizzato la manifestazione di sabato scorso a Milano, ma soprattutto donne di sensibilità, età, orientamenti, professioni e appartenenza politica diversa, da sinistra a destra, da Cristina Comencini, che è stata una delle artefici, a Giulia Bongiorno, da Susanna Camusso a Flavia Perina, direttrice del Secolo d'Italia, da Lorella Zanardo, autrice di "Il corpo delle donne", a Silvia Costa, e poi Rosellina Archinto, Gae Aulenti, Licia Colò. Angela Finocchiaro, Inge Feltrinelli, Anna Finocchiaro, Donata Francescato, Rosetta Loy, Laura Morante, Claudia Mori. Anche una suora, anche se speciale, come suor Eugenia Bonetti.

"Ci accomuna la rabbia perché nelle vicende private del presidente del Consiglio trova la sua massima espressione una immagine degradata delle donne, che non ci corrisponde", dice Cristina Comencini, tra le fondatrici del gruppo "Di Nuovo". "Io ci sarò - annuncia l'attrice Margherita Buy - perché bisogna far sentire la voce contro questo modo di rappresentare la femminilità che ha scalzato anni di battaglie". Tra le firmatarie più agguerrite, Giulia Bongiorno, di Futuro e Libertà: "Questa manifestazione rivendica un principio basilare della società: la dignità delle donne, che forse solo nella preistoria non era riconosciuta. Ma è proprio questo che ci deve far capire la gravità del problema: tornare a difendere quel principio ci fa tornare indietro di secoli. E la cosa ancor più grave è che nel nostro paese c'è una pesante sottovalutazione di questo: la dignità delle donne è sentita come una cosa antiquata, e l'opzione harem qualcosa da archiviare come un fatto privato. Non è così. E' politica perché ha un riverbero nella società: se una donna non viene scelta o non va avanti nella sua professione è anche un riflesso di quello che stiamo vedendo in questi settimane. Ed è per questo che le donne sentono l'urgenza di ribadire la propria dignità, perché sentono che il contesto è negativo, viviamo una situazione oggettiva che, e lo dico da avvocato, non è nemmeno importante capire se ha o meno una rilevanza penale. Anzi da garantista mi auguro che non ci sia. Quello che conta è la devastazione della dignità femminile che se ne sta facendo ed è questo che dobbiamo fermare".

Concorda Silvia Costa, parlamentare europeo. "Anche per questo da cattolica voglio che ci sia un'operazione verità, non prudenza e infatti dal mondo cattolico mi aspetterei più reattività. Ma mi colpisce di più la piaggeria delle donne della destra. Segno che la politica del sultano continua". "Berlusconi dovrebbe dimettersi, ma al di là del berlusconismo c'è bisogno di uno sforzo morale ed etico da parte di tutti, anche dagli uomini - dice l'attrice Isabella Ferrari-. .. Siamo tutti parte di un teatrino che ci è sfuggito di mano". Ma l'appello della manifestazione è anche per gli uomini. Lo spiega Francesca Izzo docente universitaria tra le fondatrici di "Di Nuovo": "Si coglie poco in questo paese quanto sia importante la dignità delle donne. Il nostro appello chiede la mobilitazione anche degli uomini, perché in mezzo ci sono anche loro e quello che sta succedendo chiama alla responsabilità tutto il paese".
(31 gennaio 2011) © Riproduzione riservata

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