E' SOLO ALL'INIZIO LA VOGLIA DI FUTURO


L’Appennino, l’altro giorno, era pieno di sole e noi a soffiare neve da mattina a sera. A sprazzi, tra una capatina di sole e di luna, come ad assecondare le incertezze del momento, che toccano il mondo e, soprattutto, la nostra Italia ed il nostro Molise.
Sotto la neve pane, dicevano i nostri padri, ma, se sono veri i dati riguardanti il crollo delle semine di questo fondamentale cereale, dobbiamo dire che questo detto, che si è mostrato vero in tutta la sua saggezza, non ha più significato nel momento in cui la neve va a coprire non più il grano seminato all’inizio dell’autunno, ma la terra nuda, là dove non è stata coperta da qualche pala eolica o da qualche altra colata di cemento.
Non parliamo di fanghi per non disturbare le inchieste in corso.
Il mondo si sta distruggendo con le proprie mani e lo fa all’insegna del quattrino, che è diventato l’unica ragione di vita, rubando il posto all’amore che, quando è vero ed è sincero, cioè quando è grande, alla vita dà sapore al pari della cultura, di cui l’uomo ha bisogno per volare, essere libero, andare lontano, oltre ogni ostacolo.
Tutto si può comprare con il quattrino, meno che la libertà, perché, se lo ricordino bene gli uomini e, purtroppo, sempre più anche le donne, la libertà non ha prezzo, non si lascia comprare.
Manca sempre una lira a chiunque tenta di farlo ed è per questo, forse, che quelli che hanno i soldi, in particolare quelli che ne hanno troppi, non amano la libertà, se non quella di fare soldi, non importa in che modo.
Ieri il sito ha postato una nota e una poesia riferite ai giovani che, sempre più, vanno manifestando in ogni dove in questo nostro Paese per avere una scuola, una università, un lavoro, che dia a loro la possibilità di assaporare ogni giorno la libertà, di viverla per essere sempre più protagonisti del proprio futuro, dando spazio alla conoscenza ed alla partecipazione.
Il potere ha prontamente reagito buttando nelle piazze i provocatori per far dire, così, che i giovani che lottano sono tutti uguali, tutti provocatori, violenti, sfaticati, come dire che sono tutti contro la libertà. Non è così, i soli che sono contro la libertà sono i mandanti dei provocatori, una massa organizzata e manovrata grazie, anche in questo caso, al quattrino o, altrimenti, al ricatto.
Non sa il potere (quello che con i soldi governa), visto che da due anni non dà risposte a nessuna delle domande poste da questi giovani, che, a parte il quattrino e la violenza, non ha niente altro con cui opporsi a questo moto che cresce e crescerà ogni giorno di più.
Per esempio non ha il linguaggio per confondere le idee di questi giovani e, neanche, la comprensione dei bisogni e delle attese e sarà per queste sue incapacità che, insieme a tutti quelli che lo assecondano, anche solo con il silenzio, verrà travolto, non sappiamo quando, ma quanto prima avverrà.
Succederà quello che sta succedendo con la neve, in montagna sole e prati verdi, al mare e sulle colline, un mantello bianco di neve. Una rivoluzione che porta a cambiare gli atteggiamenti e le abitudini e a ridimensionare le antiche credenze o certezze.
Una rivoluzione, sempre più globale, contro chi sta impoverendo il pianeta dalle ricchezze essenziali ed anche le più belle, come l’ambiente, la biodiversità, i valori dei pastori e dei coltivatori, dell’artigiano, solo per renderci numeri, tutti uguali, anche nella percezione dei colori, dei profumi, dei sapori. In pratica privi di personalità e di identità. E’ ciò che i giovani che scendono in piazza hanno capito benissimo, diversamente dalle generazioni precedenti: la perdita di tutto con la perdita di identità e questo non lo vogliono, non vogliono né essere strumenti di nuovi disastri né subire come tanti pecoroni.
E allora sono loro che avranno le idee e i mezzi per resuscitare, prima che sia troppo tardi, il mondo e questo nostro Paese, ai limiti della rottamazione, dell’agonia.
Se il potere avesse orecchie, non dico come quelle dell’asino, ma anche solo come quelle delle galline, non perderebbe l’occasione di rendersi conto, una volta per tutte, che i guasti prodotti non hanno bisogno di pezze, ma di nuove soluzioni, radicali, bisognose di partecipazione e di informazioni per essere comprese da tutti, soprattutto da chi fa parte del potere, quelli che hanno la maledetta abitudine di prendere solo e mai dare. È arrivato il tempo di spogliarsi, non per alimentare di altre schifezze il gossip, ma per rilanciare il mondo e far tornare il sorriso alle persone anziane ed ai bambini che piangono perché hanno fame; ai giovani che vogliono amare, stare insieme, accettare il diverso e dare, come ogni vero maestro fa con i suoi allievi, ma perché questo succeda hanno bisogno di sapere e di cultura, di vivere e godere della propria identità.


A voreie

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