TUTTI UGUALI





Il qualunquismo è un brutto male che, quando si diffonde, mette in crisi ogni società e in pericolo la democrazia.
È un male che è dentro l’uomo e che ha come solo antidodo la cultura, ancor più che l’intelligenza.
Il qualunquista è quello che fa di ogni erba un fascio, senza distinzione, come dire che l’uno vale l’altra.

A volte per la fretta e per la mancanza di quella pazienza che serve per distinguere e separare, ma il più delle volte per ergersi a unico capace di capire e di fare, diversamente da tutti gli altri che, per lui, sono poca cosa.

E, come la puzza, riesce a intrecciarsi e confondere con altri qualunquisti per fare squadra e capire come rendere puzzolenti anche gli altri.

Il qualunquista, nella generalità dei casi, è un provocatore e, quasi sempre, una banderuola.

A proposito delle banderuole, cioè delle direzioni che prendono a seconda di quale vento spira e non di come spira il vento. Il vento, come si sa, è la sommatoria dei venti, visto che ognuno di noi non ha mai cambiato direzione, sia che si chiami “fauneie” o “voreie”.

Ciò che cambia sono la provenienza e la forza, ma mai si confonde con gli altri.
Al massimo si scontra per dare subito spazio al vincitore.

Fatta questa premessa, quanto mai doverosa, passiamo a vedere come interpretare un fatto, che abbiamo toccato nel nostro passaggio di ieri in questa Larino, che amiamo particolarmente, cioè, la lettura di un manifesto stampato dai cinque consiglieri dell’opposizione che denuncia il comportamento scodinzolante della maggioranza, in particolare del sindaco e del vicesindaco; la perdita di dignità di Larino, in mano a gente che alla dignità ha dimostrato di preferire altri valori; la latitanza della tanto onorevole De Camillis che, sull’inizio della fine dell’ospedale, ha costruito la sua carriera politico-amministrativa, partecipando al ribaltone di Michele Iorio.

Cinque consiglieri dell’opposizione, quelli che rappresentano più del 60% dei voti dei larinesi, che, come ci stato raccontato, in misura diversa si sono, comunque, impegnati per tenere aperto il discorso sull’ospedale, quando la maggioranza che governa Larino, soprattutto il sindaco e il vicesindaco, cercavano di rassicurare i larinesi che a Larino ci pensavano Iorio e la De Camillis.

Ci sono volute ben quattro richieste di consigli monotematici per parlare di sanità e di ospedale, per denunciare il sindaco e il vicesindaco tutte le volte che il Vietri di Larino accusava pugni allo stomaco e schiaffi in faccia, grazie al piegamento della schiena di questi signori ed alla inerzia, soprattutto dopo il famoso decreto di fine novembre di Iorio, che è quello che vige e detta, tuutt’ora, i ritmi.

Il sindaco e il vicesindaco, quando si sono trovati nelle strette di dover dare il ruolo che spetta ad un’assise come il consiglio comunale, hanno pensato bene di dare spazio a un comitato civico che aveva, ed ha, un solo scopo: far tacere Larino viva, la forza che più di altre ha fatto proposte serie che, se presentate, avrebbero messo all’angolo Michele Iorio che, a Larino, diversamente che a Venafro, ha guadagnato tempo e posto le condizioni per portare la gente alla rassegnazione.

Si dà il caso che, quando il comitato ha saputo del manifesto delle opposizioni, ha pensato bene di anticipare l’uscita con la proposta e l’invito, non al sindaco o all’assessore responsabile, ma a tutti i consiglieri comunali, di dimettersi per azzerare l’intero consiglio comunale.

Perché dare al colpa al vicesindaco o a Giardino? Non sia mai!

Tutti uguali solo loro bravi. Così bravi da essere tutti pronti a candidarsi per amministrare Larino.

Tutti uguali, non importa se c’è chi si è consumata la lingua a furia di strisciarla e chi a furia di spiegare la situazione e di denunciare i fatti e fare proposte.

A voreie

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