PD: NON CI RESTA CHE PIANGERE



E così il lungo tentativo della Macchiarola, non riuscito, di far fuori il Presidente della Provincia D’Ascanio è andato finalmente in porto.
Ci voleva l'onorevole Bocci a completare un lavoro durato mesi, anche per le incapacità di alcuni dirigenti nazionali, che tifavano per la Macchiarola e chi stava dietro a questa gentile signora.
Capace, pensate, di azzerare un partito, il Pd, nato dalla decisione di mettere insieme due grandi partiti che, nel Molise, avevano radici profonde tra la gente. Un’impresa perfettamente riuscita grazie ai consigli di Ruta, alla guida del presidente D’Ambrosio e di altri stretti collaboratori.
Non vogliamo sbagliare, ma, dopo la recente batosta elettorale, ha annunciato, per decenza, le dimissioni solo la Macchiarola, mentre tutti gli altri hanno fatto credere che non era successo niente. Tutti ai loro posti come statue che offrono il loro piedistallo ai cani che hanno bisogno di segnare il proprio territorio.
Tutti pronti a riprendere la parola alla prima occasione, per continuare, imperterriti, a distruggere il Pd, che, dopo le primarie e la vittoria di Veltroni, è precipitato. Ecco un altro che merita il piedistallo, Veltroni, l’uomo che non ha mai parlato quando doveva parlare e che non ha mai agito quando doveva agire.
Ora, dopo una breve pausa, è tornato a dire cavolate e a rendere più spesse le nubi che girano sulla testa di chi si dichiara all’opposizione di questo Governo.
Il suo pensiero su Craxi e Berlinguer sta a dimostrare che i suoi discorsi e il suo ruolo di dirigente del partito della classe operaia erano segnati solo da ipocrisia.
Ma Veltroni, come si sa, è diventato un caso da studiare attentamente perché chiunque, non prendendo esempio da lui, possa capire come comportarsi con dignità e coerenza, sapendo scegliere la strada giusta, quella che porta questo nostro Paese lontano.
Torniamo ai nostri dirigenti del Pd del Molise, a partire dai Massa e dai Ruta; D’Ambrosio e Bellocchio; D’Alete e Leva, ma, anche, Paglione, Lombardi, Occhionero e quanti altri si sono adoperati per non fare opposizione, anzi hanno dialogato, e continuano a dialogare, con il potere in cambio di qualche favore.
Pensiamo al territorio del Basso Molise, passato tutto in mano al nucleo industriale; alla perdita secca del centro sinistra nella gran parte dei comuni; allo strapotere di Iorio, soprattutto nella sua provincia di Isernia; ai giochetti di qualche sindaco al nucleo industriale, come quello di San Martino in Pensilis, che ha tutta l’aria di essere uno svelto, sì, ma solo a mettersi in mostra, non diciamo a fare i suoi interessi. Perché lui no fuori dal partito, visto che ha votato per l’elezione di Del Torto?
Pensiamo all’aria pesante che si respira in questo Molise ed alle prospettive che questo centro destra, con il silenzio delle opposizioni (!), sta preparando per le chimiche, il nucleare e le ecoballe. Altrimenti non si capisce la fretta dell’adesione in massa di tanti comuni al nucleo industriale di Termoli, che risponde a una sola domanda, quella di preparare i terreni da mettere a disposizione dei grandi speculatori per qualsiasi necessità, dopo la legge “Sviluppo”, di cui si è fatto vanto Scajola, che espropria le Regioni e gli Enti Locali di ogni decisione circa la scelta del nucleare.
Tutto questo grazie alle complicità ed ai silenzi, ed ecco che se c’è qualcuno che vuole fare di testa sua e non stare al gioco, allora bisogna che venga messo nelle condizioni di non nuocere. W Bocci che, in un sol colpo, riesce a fare fuori D’Ascanio e altri, rei di averlo seguito nella sua avventura di isolato. Non basta, c’è bisogno che sia anche un cane bastonato.
Conoscendo D’Ascanio riteniamo che questa mossa di Bocci non sia stata una buona mossa, perché non fa altro che rendere più forte un uomo, da sempre conosciuto cocciuto più di un mulo e fortemente determinato nei suoi propositi, per niente sprovveduto politicamente, diversamente dagli altri prima citati, maestri di combine.
A Bocci, se ce lo permette, vogliamo dare due consigli: il primo è quello di azzerare tutti i gruppi dirigenti ai vari livelli e fare un appello a tutti quelli che questi gruppi dirigenti hanno allontanato dal partito e, soprattutto, agli iscritti, di riprendersi in mano il partito perché ce n’è forte bisogno per combattere lo sfascio e ridare dignità al Molise ed ai molisani; il secondo è quello di stimolare Ruta, D’Ambrosio e co., a fare pressioni su Iorio e chiedergli, come hanno fatto già altri, di entrare e di voler collaborare con lui e di essere disponibili per qualsiasi responsabilità.
Il problema è convincere Iorio a prenderli, sapendo che lo possono solo danneggiare.
Provare non nuoce, non si sa mai, con questi caldi micidiali, anche a Iorio ( che non è per niente ingenuo né fesso) può succedere di essere vittima di un colpo di sole. Basta solo sperare in un malore temporaneo, senza conseguenze per la salute del Presidente governatore.
Se ci riesci, caro Bocci, allora siamo costretti a pensare che sei arrivato nel Molise senza essere stato istruito da altri e senza pregiudizi di alcun tipo.
In attesa a noi non resta altro che piangere.U’ fauneie, 21 luglio 2009

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